Stress lavoro correlato e sindrome da bornout.

Serena Troiano

Mobbing sul Lavoro: Impatto Psicologico e Strategie di Intervento. 

Definizione ed effetti psicologici del mobbing sul lavoro.

Il mobbing sul lavoro rappresenta un fenomeno di notevole rilevanza sociale e psicologica. Tendenzialmente per mobbing sul lavoro si intendono una serie di comportamenti intenzionalmente nocivi, denigratori e vessatori, ripetuti nel tempo, che mirano a isolare, emarginare o degradare una persona nel suo ambiente di lavoro. Questa forma di abuso può manifestarsi in diversi modi, tra cui umiliazioni, discriminazioni o esclusione e può avere effetti profondi sulla salute mentale dei lavoratori. Gli effetti psicologici del mobbing sul lavoro, infatti, sono profondi e duraturi e gli individui esposti a tale abuso possono sviluppare una serie di problematiche. Fra queste citiamo ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e persino pensieri suicidari. Inoltre, i suoi effetti possono arrivare ad estendersi oltre l’ambiente di lavoro influenzando la qualità della vita dell’individuo e la sua capacità di mantenere relazioni sane.

Le fasi del mobbing sul lavoro.

Il mobbing sul lavoro si sviluppa attraverso alcune fasi, ciascuna caratterizzata da effetti nocivi e progressivi. 

1. Fase di conflitto: la fase di conflitto è la fase iniziale ed è caratterizzata da un primario sviluppo di conflitti interpersonali o di tensioni sul posto di lavoro, che possono essere dovuti a disaccordi professionali, rivalità o gelosie e che danno al via alla problematica. E’ proprio durante questa fase che l’individuo può iniziare ad avvertire i primi campanelli d’allarme e sentirsi a disagio nel suo ambiente di lavoro.  

2. Fase di mobbing: in questa seconda fase l’individuo inizia a subire aggressioni verbali o fisiche, umiliazioni, isolamento o esclusione da parte dei colleghi o dei superiori. Le vittime possono essere soggette a comportamenti negativi ripetuti, come il pettegolezzo, la diffamazione, l’intimidazione o la discriminazione. 

3. Fase di intervento dell’organizzazione: in questa tersa fase l’organizzazione o l’azienda può riconoscere il problema o venire a conoscenza del comportamento abusivo decidendo o meno di prendere dei provvedimenti. A seconda della cultura aziendale, delle politiche esistenti e della gravità della situazione, l’organizzazione può intervenire richiamando, sanzionando o licenziando gli aggressori oppure, al contrario, ignorare la questione.

4. Fase di marginalizzazione: durante la quarta fase chiamata ‘di marginalizzazione’ o di mancato intervento, l’individuo diviene sempre più isolato ed emarginato sul posto di lavoro. Potrebbero sussistere tentativi di delegittimazione o demoralizzazione della vittima e parallelamente subentrare comportamenti o atteggiamento di evitamento della situazione-problema. E’ possibile riscontrare, ad esempio, un calo della produttività, assenteismo o possibili problemi di salute fisica e mentale.  

5. Fase di espulsione: nella quinta ed ultima fase si concretizzano licenziamento, dimissioni, trasferimento forzato o l’uscita dal mercato del lavoro per la vittima, la quale può manifestare gravi problemi di salute mentale, tra cui depressione, ansia o disturbo post-traumatico da stress (PTSD).  

È importante sottolineare che ogni individuo vive e sperimenta il mobbing in maniera diversa e che il passaggio da una fase all’altra è suscettibile a variazioni. Solo un’attenta rilevazione del problema ed un intervento tempestivo sono in grado di interrompere il ciclo di mobbing e bloccare il passaggio alle fasi successive.

Mobbing su lavoro e strategie di intervento.

Le strategie di intervento per il mobbing sul lavoro si concentrano sulla risoluzione di problemi specifici e mirano a cambiare il sistema di interazioni che mantiene in vita il problema. In termini pratici, il professionista della salute mentale lavora dapprima con l’individuo per aiutarlo a comprendere come i suoi comportamenti e come le sue reazioni possono influenzare l’ambiente di lavoro e, viceversa, come lui stesso può esserne influenzato e solo dopo si sviluppano strategie mirate ad interrompere l circolo vizioso con il fine di promuovere un clima lavorativo più sano e rispettoso.  

Anche le organizzazioni e le aziende hanno un loro peso specifico nella prevenzione del mobbing sul lavoro e nella promozione di comportamenti sani e rispettosi fra colleghi. Oltre a prevedere un intervento individuale e spinto dal basso, infatti, è fondamentale calare un intervento dall’alto adottando strategie utili a promuovere un ambiente sano e un ambiente di lavoro più rispettoso e inclusivo. Alcuni modelli di intervento di tipo top down, ad esempio, potrebbero includere la creazione e la diffusione di politiche aziendali contro il mobbing, formazione ad hoc sulle competenze dei propri dipendenti, responsabili e manager ed anche sportelli d’ascolto per i dipendenti che sono stati, o che sono tutt’ora, vittime di mobbing sul lavoro.

Stai attraversando un forte periodo di stress o credi di essere vittima di mobbing sul lavoro? Contattami per maggiori informazioni o per prenotare un appuntamento.

Dott.ssa Serena Troiano
Psicologa | Consulenze brevi
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Dott.ssa Serena Troiano Psicologa e professionista della salute mentale. Albo degli Psicologi del Lazio (n° iscrizione 27830).

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